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Una “sfida doppia per le Casse di previdenza”
- Welfare liberi professionisti
- Spending review
- Casse di previdenza
A partire dagli anni ’90, le Casse di previdenza dei liberi professionisti sono state assoggettate a interventi normativi complessi e, per alcuni versi, scoordinati e difficilmente riconducibili ad un chiaro processo di sviluppo del settore. Dopo il primo intervento di privatizzazione (cfr. D. Lgs. 509/94 e D.Lgs. 103/1996) si sono, infatti, succedute una serie di complesse norme finalizzate ad una ripubblicizzazione di questi enti. Gli Enti di previdenza privati e privatizzati, dapprima chiamati ad organizzarsi con un’autonomia tipica dei soggetti privati, vengono successivamente assoggettati a una disciplina che , riducendo lo spazio di questa autonomia, li ha sottoposti a controlli crescenti , attribuendogli qualificazione di amministrazione pubblica dal punto di vista della finanza pubblica.
Al netto della disciplina sulla spending review, l’applicazione alle Casse quali “enti di diritto privato in controllo pubblico” della normativa in materia di trasparenza e anticorrruzione (D.Lgs. 33/2013 e D.Lgs. 190/2012 e successive modificazioni) inserisce il settore della previdenza obbligatoria dei liberi professionisti in un novato sistema della pubblica amministrazione che si apre alla trasparenza, efficacia e controllabilità, al dialogo e all’ascolto degli utenti e alla aziendalizzazione di processi sempre più direzionati alla customer care e al miglioramento continuo.
Tuttavia, il costo organizzativo e i rischi di questo processo sono molti soprattutto per soggetti, quali le Casse di previdenza per i liberi professionisti, che si trovano ad operare in un settore “socialmente sensibile” e caratterizzato dalla presenza di rilevanti aree di rischio reputazionale. La trasparenza come obiettivo a se stante, infatti, può rivelarsi pericoloso se non immaginato come il punto di arrivo di un processo di organizzazione e comunicazione efficace, fondato sulla diffusione di una vera e propria cultura della qualità.
L’onere economico ed organizzativo richiesto alle Casse di previdenza in questi ultimi anni, tuttavia, potrebbe rilevarsi un costo assolutamente adeguato a fronte di un processo di “cambiamento” e “apertura” del comparto proprio in un momento topico, come quello attuale, in cui risulta fondamentale interrogarsi sui bisogni espressi e latenti degli iscritti, a ragione delle modificazioni sfavorevoli del sistema di welfare pubblico e della crisi economica e delle libere professioni.
La corretta implementazione della disciplina della trasparenza, dell’anticorruzione e non in ultimo degli open data, dovrebbe rappresentare l’occasione per rivedere in primis il processo organizzativo ma anche il sistema di governance della comunicazione, nelle sue diverse accezioni. Il contesto è infatti quello più giusto per riflettere sulle criticità e le potenzialità di sviluppo della comunicazione politica delle Casse (in particolare, verso le istituzioni e i media) e sul valore strategico della comunicazione istituzionale, finalizzata ad ottenere un pieno consenso ed una partecipazione emotiva degli utenti iscritti e potenziali e di tutti i diversi stakeholders.
Un attento lavoro di adeguamento normativo e di miglioramento organizzativo può condurre ad elevare gli standard della comunicazione istituzionale, intesa come comunicazione ”regolativa” (o informativa) e “di servizio” ma anche come “comunicazione persuasiva”, finalizzata a valorizzare e diffondere nuovi servizi e strumenti in chiave più moderna e dinamica e attraverso un clima di partecipazione e “socializzazione” dei principali contenuti dell’offerta. In tal senso, si richiama l’importanza di un adeguamento al sistema degli open data (cfr. in ultimo nuovo CAD, D.Lgs. 82/2005 e successive modificazioni ed integrazioni) anche oltre il piano del mero obbligo normativo e sempre nel rispetto della progressività e soprattutto della specificità di un settore di fatto caratterizzato da realtà fortemente differenziate.
Diffondere la nuova cultura di servizio e qualità delle Casse e veicolare i nuovi contenuti dell’offerta di welfare integrato rappresentano dunque due obiettivi da non mancare ma da realizzare attraverso un processo importante di “auto-analisi” organizzativa da parte di questi enti. In un simile contesto, l’ auspicio è che il legislatore continui comunque a valorizzare l’autonomia di questi enti anche nell’approccio a temi ormai considerati “connaturati” con la nuova Pubblica amministrazione, con i nuovi concetti di amministrazione condivisa e con temi apparentemente neutrali, come quelli dell’agenda digitale e del nuovo sistema degli open data.
PER APPROFONDIRE
L'articolo completo di Damiana Mastantuono sarà presente sul n. 5 di NewsCasse.
Damiana Mastantuono
Mefop
In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.