Si segnala la Risposta all’istanza di interpello n. 269 del 30 marzo 2023 sul regime di esenzione IVA della esternalizzazione della funzione fondamentale di revisione interna, sul trattamento IVA dei servizi che l'outsourcer affida a un soggetto terzo e sulle modalità di rimborso dell’IVA addebitata e versata in eccesso.

Richiamando propri documenti di prassi amministrativa, l’Agenzia delle entrate dichiara inammissibili i quesiti sul regime IVA dell’esternalizzazione e della sub-esternalizzazione dei servizi di revisione interna, in quanto con le Risposte ad interpello n. 583 del 2022 e n. 363 e 364 del 2022 sono stati già forniti principi e criteri cui attenersi per l'applicazione dell'esenzione IVA su tali attività (in estrema sintesi: attività esternalizzata intrinsecamente connessa e complessivamente funzionale alla gestione del fondo pensione ed assunzione diretta della responsabilità in capo all’outsourcer).

In merito alle modalità per correggere le fatture erroneamente emesse in regime di imponibilità e recuperare l'IVA addebitata e versata in eccesso, sempre in continuità con i propri precedenti documenti di prassi amministrativa, l’Agenzia delle entrate ricorda che la nota di variazione in diminuzione può essere emessa solo con riferimento a quelle operazioni per le quali non è ancora decorso il limite temporale di un anno dalla data di emissione della fattura.

La richiesta di rimborso entro il termine di due anni dalla data del versamento dell’IVA (art. 30-ter, comma 1, DPR 633/1972) è invocabile solo nell'ipotesi di incolpevole inerzia nella tempestiva emissione della nota di variazione, come nel caso di specie atteso che solo con la risposta ad interpello n. 583 pubblicata il 7 dicembre 2022 sono stati forniti i chiarimenti in merito agli aspetti fiscali delle esternalizzazioni delle funzioni fondamentali dei fondi pensione.