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Il 2021 delle Casse di previdenza
- Gestione delle risorse
- Casse di previdenza
Con la pubblicazione del Quadro di sintesi, la Covip ha fatto il punto sulle politiche d’investimento degli Enti previdenziali ex. d.lgs. 509/1994 e ex. d.lgs. 103/1996.
A fine 2021 si contavano 1.787.325 iscritti e 475.000 pensionati; il totale dell’attivo è aumentato di oltre 7 miliardi di euro rispetto al 2020, attestandosi a 107,909 miliardi di euro (+7,1%).
Tra il 2011 e il 2021 gli attivi sono aumentati di 52,201 miliardi di euro, con un incremento del 93,7%, corrispondente a una crescita media annuale del 6,8%. Gran parte delle attività continua ad essere concentrata presso gli enti di maggiore dimensione: i primi cinque ne detengono infatti il 74,6% del totale. Tale concentramento è influenzato da molteplici fattori quali, ad esempio, le caratteristiche reddituali e sociodemografiche degli iscritti, la redditività degli investimenti e i regimi contributivi e delle prestazioni.
Nel 2021 la gestione previdenziale è migliorata sensibilmente rispetto all’anno precedente: nel complesso sono state erogate prestazioni per 8,2 miliardi di euro, un dato in linea con i flussi in uscita registrati nel 2020; i flussi contributivi sono stati pari a 11,2 miliardi di euro (+8,7% rispetto al 2020).
Nel complesso il saldo previdenziale è stato positivo per 3 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto al 2020). I flussi in entrata del 2021 hanno certamente beneficiato del progressivo allentamento delle restrizioni imposte per fronteggiare la pandemia e della conseguente ripresa delle attività economiche.
A fine 2021 permanevano tre enti con un saldo tra contributi e prestazioni negativo, due in meno rispetto al 2020. Giova ricordare che delle tre casse con saldo previdenziale negativo, l’Inpgi (gestione assicurazione generale obbligatoria) è stata assorbita dall’Inps da luglio 2022. Per quanto riguarda gli altri due enti, in un caso la situazione ha registrato un deciso miglioramento e nell’altro il saldo previdenziale è rimasto sostanzialmente immutato.
Circa 1/3 degli attivi è investito in titoli di debito: si tratta di 39,5 miliardi di euro, pari al 37% delle risorse. L’investimento obbligazionario si conferma la principale modalità di allocazione degli attivi, rispetto al 2020 è aumentato di 0,4 punti percentuali. Circa la metà di tali investimenti è detenuta per il tramite di Oicr armonizzati (19 miliardi di euro, pari al 17,6% degli attivi) e in misura leggermente più contenuta in titoli di stato (14,7 miliardi di euro, pari la 13,7% degli attivi).
Rispetto al 2020 l’ammontare degli investimenti in obbligazioni sovrane è diminuito del 6,6%, passando da 15,8 miliardi di euro a 14,7 miliardi di euro. L’incidenza sugli attivi totali si è ridotta di due punti percentuali, scendendo dal 15,7% al 13,7%. L’investimento nel debito corporate è decisamente più contenuto, pari al 5,3% degli attivi.
Gli investimenti allocati in titoli di capitale hanno superato il valore di quelli detenuti nel real estate. Gli attivi azionari sono ammontati a 20,6 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 18,5 miliardi di euro del 2020. L’incidenza sugli attivi totali è salita dal 18,3% al 19,1%. A fine 2021, di contro, gli attivi detenuti tramite immobili, pur in leggero aumento (19,8 miliardi di euro, oltre 200 milioni di euro in più rispetto al 2020) hanno visto contrarsi il peso sul totale degli attivi, sceso al 18,3% dal 19,4% del 2020.
Come per le obbligazioni, anche nel caso dei titoli di capitale la maggioranza degli investimenti è detenuta tramite Oicvm (11,9%), più contenuta l’incidenza degli investimenti azionari detenuti direttamente, pari al 7,2%.
L’investimento immobiliare è ormai detenuto quasi esclusivamente tramite fondi (15,6 miliardi di euro, 14,4% degli attivi); il valore degli immobili detenuti direttamente è ammontato a 3,7 miliardi di euro, pari al 3,4% delle attività. Rispetto al 2020 il valore degli attivi immobiliari detenuti direttamente si è ulteriormente ridotto di circa 500 milioni di euro.
Le quote di attivi detenute tramite altre classi di attivo sono decisamente più contenute. Da segnalare la crescita delle attività allocate in fondi di private equity e private debt che si sono attestate a 4 miliardi di euro rispetto ai 2,6 miliardi del 2020.
Rispetto al 2020 la quota di investimenti domestici, pari, a valori di mercato, a 37 miliardi di euro (34,3% degli attivi) è rimasta stabile. Le principali asset class beneficiarie degli investimenti domestici sono state i fondi immobiliari (14,4 miliardi di euro, 13,3% degli attivi), i titoli di stato (8,6 miliardi di euro, 7,9% degli attivi) e i titoli di capitale (5,5 miliardi di euro, 5,1% degli attivi). L’investimento immobiliare diretto è completamente allocato in Italia.
Le attività finanziarie gestite direttamente hanno rappresentato l’82,8%, pari a 77,7 miliardi di euro. Le quote di Oicr hanno costituito la quota preponderante delle attività in gestione diretta: si è trattato di 57 miliardi di euro, pari al 61% delle attività finanziarie.
Antonello Motroni
Mefop
In Mefop dal 2006. Laureato in Economia e Commercio, si occupa di analisi economica e finanziaria ed è co-responsabile della gestione di Previ|DATA. Si occupa dei profili comunitari della previdenza integrativa.