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Nuovi coefficienti di trasformazione in vigore dal 2019
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È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’8 giugno 2018 il Decreto del Ministero del Lavoro 15 maggio 2018 che reca la revisione triennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo in vigore dal 1° gennaio 2019.
Il nuovo anno porterà quindi, oltre a uno spostamento di cinque mesi in avanti dei requisiti per il pensionamento, una corrispondente revisione dei coefficienti di trasformazione in rendita per la quota di pensione soggetta al sistema contributivo di calcolo delle pensioni.
Come noto, la riforma pensionistica della L. 335/95 ha introdotto un nuovo sistema di calcolo delle pensioni: il contributivo. Al momento del pensionamento la pensione è calcolata a partire dalla somma dei contributi versati dal 1996 in poi (2012 per i lavoratori con almeno diciotto anni di anzianità contributiva alla fine del 1995) capitalizzati virtualmente al tasso di crescita del Pil. Il montante contributivo viene quindi moltiplicato per un coefficiente di trasformazione in rendita che tiene conto della speranza di vita. Il coefficiente è pertanto crescente al crescere dell’età al pensionamento del soggetto.
Per restare in equilibrio si richiede che i coefficienti di trasformazione siano periodicamente aggiornati per tener conto della variazione della mortalità della popolazione. Se nel tempo si stima un aumento della speranza di vita dei pensionati, è necessario ridurre il coefficiente di trasformazione (ossia pagare pensioni più basse a parità di altre condizioni) dal momento che la rendita pensionistica sarà pagata per un periodo di tempo più lungo.
La L. 335/95 prevedeva un aggiornamento decennale, in seguito a una concertazione del governo con le parti sociali. Tale mancanza di automatismo ha portato un aggiornamento solo dopo quindici anni. Come evidenziato dalla tabella 2, un soggetto che fosse andato in pensione il 1° gennaio 2010, invece che il 31 dicembre 2009, avrebbe potuto vedere una riduzione della pensione anche dell’8%.
In seguito, i vari interventi normativi hanno introdotto una revisione dei coefficienti automatica, non più legata alla concertazione, ma a un decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base delle stime Istat dell’andamento della sopravvivenza in Italia.
La revisione è diventata triennale fino alla fine del 2018. Dal 2019, infatti, la revisione sarà effettuata ogni due anni. Una maggiore frequenza di aggiornamento porterà una riduzione dei coefficienti più blanda e spalmata nel corso degli anni.
Quale impatto per i fondi pensione e le loro politiche di investimento?
Le politiche di investimento dei fondi pensione dovrebbero essere basate sul gap tra le necessità di consumo dei pensionati e la copertura che potrà essere offerta dalla previdenza obbligatoria. Maggiore il gap, maggiori le risorse che il fondo pensione dovrebbe assicurare ai propri iscritti sulla base della contribuzione attesa e della redditività della gestione finanziaria.
Una riduzione delle pensioni future a causa del ricalcolo dei coefficienti di trasformazione, quindi, potrebbe portare i fondi pensione a rivedere le proprie politiche di investimento. Tuttavia, è bene considerare che una corretta impostazione dei profili di investimento dei fondi pensione non dovrebbe mai prescindere dalla consapevolezza che la normativa già prevede futuri aggiornamenti dei coefficienti. Pertanto, nell’analisi della futura copertura del primo pilastro, i fondi devono già oggi immaginare possibili adeguamenti dei parametri di calcolo partendo dalle stime più attendibili in tal senso. Solo nel caso in cui le stime si rivelino disattese in modo importante il fondo dovrebbe rivedere le proprie politiche di investimento.
PER APPROFONDIRE
DECRETO Ministero del Lavoro 15 maggio 2018 Revisione triennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo (GU Serie Generale n.131 del 08-06-2018)
Luca Di Gialleonardo
In Mefop dal 2002. Laureato con lode in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari. Si occupa di analisi quantitativa e segue i progetti informatici per i fondi pensione.