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L’attività di consulenza finanziaria nei fondi pensione negoziali

18 marzo 2024
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In questo numero di Pillole di Previ|DATA si approfondisce il ricorso all’attività di consulenza finanziaria da parte dei fondi pensione negoziali.

La Delibera Covip del 16 marzo 2012, all’articolo 5, comma 2, lettera d, attribuisce agli advisor il compito di effettuare valutazioni indipendenti sull’andamento dei mercati finanziari e, interagendo con la funzione finanza, coadiuvare l’organo di amministrazione nell’impostazione della politica di investimento.

Mefop, come lo scorso anno, ha sottoposto ai fondi pensione negoziali (Fpn) un questionario per verificare le attività per le quali hanno fatto ricorso alla consulenza. 
Dall’indagine è emerso che tutti i fondi negoziali ricorrono ad un advisor finanziario: le tipiche aree di intervento del consulente sono la definizione dell’asset allocation strategica (Aas), la selezione dei gestori finanziari, la selezione dei Fia, il controllo della gestione finanziaria, e l’analisi Esg. 

Nel mercato operano 11 soggetti (compresa la categoria libero professionista) per un totale di 114 attività prestate. Il settore risulta abbastanza concentrato, con il primo operatore che copre circa il 47% delle consulenze (53 su 114).
Le aree cui si fa maggiormente ricorso all'advisor sono la definizione dell’asset allocation strategica (26 fondi su 31), la selezione dei gestori finanziari (24 fondi su 31) e il controllo della gestione finanziaria (26 fondi su 31).
Per i temi Esg, in base alle indagini condotte da Mefop, è evidente come negli anni sia in graduale aumento la richiesta di un advisor: nel 2021 il 56% dei Fpn presi in considerazione aveva un consulente Esg, nel 2022 il 66% e nel 2023 tale percentuale si attesta al 74% (23 fondi su 31). 
Tutti i Fpn che investono direttamente in Fia ricorrono ad un consulente per la selezione dei fondi di investimento. 
La definizione dell’asset allocation strategica, il controllo della gestione finanziaria e la selezione dei gestori ricoprono circa il 70% delle attività di advisory. 

Dei 31 soggetti considerati, 21 si avvalgono di consulenti per tutte e tre le aree. Tra questi 21 fondi, 15 affidano tutte le aree in esame allo stesso consulente, 4 si avvalgono dello stesso consulente per la definizione Aas e la selezione dei gestori, 1 fondo ricorre allo stesso consulente per la selezione dei gestori e il controllo della gestione finanziaria e 1 fondo ha lo stesso advisor per la definizione dell’Aas e il controllo della gestione finanziaria. 

Nei fondi analizzati l’attività dei consulenti è prevalentemente continuativa (76%), in particolar modo per le aree controllo della gestione finanziaria (26 consulenze su 27) e Esg (22 consulenze su 23). 
Quanto alle remunerazioni, queste sono fisse nell’89% dei casi. Solamente 9 consulenze presentano una remunerazione variabile, generalmente in funzione del patrimonio e del numero degli incarichi affidati.

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