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L’investimento in OICR dei fondi pensione preesistenti

23 ottobre 2024
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In questo numero di Pillole di Previ|DATA si approfondisce il tema degli investimenti in OICR dei fondi pensione preesistenti (Fpp).

In base a quanto previsto dal Manuale delle segnalazioni statistiche e di vigilanza, i fondi pensione sono chiamati a fornire informazioni in merito all’esposizione in OICR, diversi dai fondi immobiliari, qualora l’allocazione sia superiore al 10% del patrimonio del comparto; in OICR immobiliari, a prescindere dal peso sul patrimonio; in Fia diversi da quelli immobiliari, solo nel caso in cui abbiano un peso sul patrimonio superiore al 2%.

Secondo quanto evidenziato da Covip nella Relazione per l’anno 2023, le forme pensionistiche complementari investono in OICR una quota pari al 15,8% (di cui 12,4% OICVM e 3,4% altri OICR) del loro patrimonio, beneficiando così di una maggiore diversificazione del portafoglio; nel caso dei Fpp con personalità giuridica, la percentuale si attesta al 21,6% (di cui 13,5% OICVM e 8,1% altri OICR).

Dei 28 Fpp analizzati, 18 investono in OICR, in prevalenza armonizzati. I fondi sono allocati mediante titoli di debito, di capitale e immobili rispettivamente per il 43,6%, 34,5% e 16,6% del totale investito. La restante parte è costituita dai depositi bancari e dagli altri OICR.

Con riferimento alla componente obbligazionaria, investita tramite OICR armonizzati, l’esposizione geografica è orientata soprattutto verso gli Stati Uniti (21,1%), la Francia (12,5%) e l’Italia (12,0%). Consistente anche la quota allocata in Germania (9,1%). Quanto alla valuta, gli investimenti sono espressi prevalentemente in euro (62,8%) e in dollaro statunitense (circa il 30%). Riguardo agli emittenti prevalgono le società private, con una copertura del 59,6% (34,5% per le imprese non finanziare e circa il 25% per imprese finanziarie). Agli stati e altri organismi internazionali affluisce una percentuale del 40,4%. La gran parte dei sottostanti obbligazionari ha una duration compresa tra i 3 e i 10 anni.

Guardando agli OICR non armonizzati con sottostante titoli di debito, si osserva che le risorse maggiori sono orientate verso il Lussemburgo (26,4%), l’Italia (25,5%), l’Irlanda (14,3%) e il Regno Unito (12,0%). I principali emittenti sono le imprese non finanziare e nel 68,8% dei casi la duration è minore o uguale ad 1 anno.

Per quanto concerne gli investimenti azionari effettuati mediante OICVM gli Stati Uniti sono il principale emittente (24,5%), al secondo posto si colloca il Giappone (10,5%) e a seguire si posiziona la Francia (6,9%) e il Regno Unito (6,2 %). L’Italia emette solo l’1,6% di tali investimenti.
Riguardo alla valuta, il 28,0% dei sottostanti è espresso con il dollaro statunitense, il 20,5% con l’euro e il 10,4% con lo yen giapponese. 
Quanto alle attività economiche, le risorse sono prevalentemente impiegate nei settori IT (19,4%), finanziario (16,3%) e industriale (15,5%).

Infine, considerando gli altri OICR l’Italia è il paese in cui si investe maggiormente (66,1%). La ripartizione settoriale mostra l’attitudine ad investire nei settori industriale (29,5%) e dei beni di consumo ciclici (18,2%).

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