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Linguaggio chiaro: doveroso, urgente, possibile

Luisa Carrada
08 ottobre 2020
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È stato detto da tanti e in tanti ne abbiamo fatto esperienza: i mesi che abbiamo alle spalle hanno dato una fortissima accelerata alla digitalizzazione e a nuovi modi di lavorare e comunicare. Questo è avvenuto anche con il linguaggio, cui siamo diventati tutti improvvisamente più attenti e sensibili. Vorremmo che idee e informazioni importanti per farci vivere meglio e lavorare in maniera efficiente e spedita fossero di comprensione e leggibilità immediata, senza precipitarci in dubbi e interpretazioni, senza sentire la necessità di avere conferma con più letture o con una telefonata.

La parola d’ordine è “semplicità”, una semplicità intelligente e ragionata, un vero punto di arrivo che non rende i messaggi vaghi e banali, ma al contrario li rende limpidi, essenziali, definiti. Pronti per essere “usati”.

D’altra parte l’etimologia della parola “semplice” è istruttiva e convincente: deriva dal latino simplex composto dalle radici di *sem- “uno, uno soltanto” e di *plec, dal verbo plectere “allacciare” e plicare “piegare”. È quindi semplice ciò che è composto da un solo elemento, ma sa connettersi e piegarsi in maniera duttile e versatile alla realtà della vita e delle situazioni.

Se il senso di urgenza verso un cambiamento del linguaggio sembra averci colto all’improvviso, per fortuna gli attrezzi per metterlo in atto li conosciamo bene, studiati dai migliori linguisti e collaudati in tante organizzazioni in tutto il mondo, da pubbliche amministrazioni come quella britannica ad aziende come Netflix, che della comunicazione e la user experience semplice hanno fatto una vera bandiera. Fidelizza cittadini e clienti, e in più traina i profitti.

Gli attrezzi non sono molti. Al primo posto c’è una sintassi semplice e piana, con periodi ordinati e abbastanza brevi da stare nei pochi centimetri quadrati dello schermo dello smartphone. Al secondo l’abbandono di parole burocratiche, pesanti, spesso inutili, che possiamo sostituire con parole contemporanee e quotidiane, senza perdere in autorevolezza e precisione. Dobbiamo inoltre dedicare tanta attenzione ai testi brevi, quelli che ci indicano la strada, come titoli, didascalie, link. E all’aspetto visivo del testo, fatto di una formattazione intelligente e funzionale e di… tanto spazio. Tutte queste cose si compendiano in realtà in una sola: cambiare il punto di vista, abbandonare il nostro e quello della nostra organizzazione per assumere quello di chi ci leggerà e dovrà “usare” con agio i nostri servizi.

Pochi attrezzi, ma infinite applicazioni, perché oggi sappiamo tante cose sui nostri interlocutori e le variabili in gioco sono sempre di più, a partire dal canale che scegliamo per comunicare: chi scriverebbe nello stesso modo lo stesso contenuto passando dal sito a facebook, dall’email all’app? E chi scriverebbe nello stesso modo rivolgendosi a esperti o a un pubblico molto vasto?

Tra i testi più ostici, ma più importanti, ci sono quelli che riguardano il richiedere, il chiarire, il prescrivere, il fare. Azioni che possono incepparsi o scorrere fluide a seconda delle parole che si sceglie di adoperare.

Il laboratorio di scrittura: moduli, mail, circolari di novembre è dedicato proprio a questi testi, che connettono un’organizzazione sia al suo interno sia con l’esterno. Ed è un laboratorio, non un corso, perché si analizza, si scrive e si riscrive, si apprendono i meccanismi di un testo che funziona per metterli in pratica già dal giorno dopo.

Luisa Carrada

Editor e docente di scrittura professionale, Luisa Carrada è autrice del blog Il Mestiere di scrivere. Quando non scrive, insegna alle aziende e alle amministrazioni a ideare, smontare e rimontare testi, per trovare il loro unico e inconfondibile tono di voce. Con Zanichelli ha pubblicato Lavoro, dunque scrivo! (2012), Studio, dunque scrivo (2015), Struttura & sintassi. Chiare e trascinanti, come l’acqua che scorre (2017), Scrivere un’email. Con voce sicura, limpida, tua (2017), Guida di stile. Scrivere e riscrivere con consapevolezza (2017).