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Pandemia e continuità: spunti per un approccio innovativo al governo dei rischi
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La gestione dei rischi nei Fondi Pensione
La Direttiva IORP II, che fissa requisiti in materia di governance e trasparenza, di fatto, indirizza i fondi pensione ad adottare un approccio risk-based, favorendo la consapevolezza dei rischi a supporto delle decisioni e, in ultima istanza, spinge a realizzare un sano sistema di gestione dei rischi.
L’evoluzione del contesto caratterizzata da complessità e dinamicità
La gestione dei rischi non si limita a proteggere l’Organizzazione da eventi in danno, ma attraverso questa consapevolezza dei rischi e la capacità di gestirli, diventa un sistema a supporto della creazione di valore, soprattutto in un contesto che presenta dei trend in continua evoluzione.
Un primo trend è legato al contesto economico; l’emergenza sanitaria derivante dal Covid-19 ha di fatto messo in pausa l’economia italiana[1] (Figura 2) e le ipotesi di ripresa oggi sono ancora incerte nelle tempistiche e nella velocità di recupero.
Questo scenario, naturalmente, ha diversi impatti sui fondi pensione (possibile calo degli iscritti, riduzione contributi, ecc.) che devono essere adeguatamente gestiti.
Un secondo trend è rappresentato dal contesto regolamentare, caratterizzato da una sempre crescente complessità e dinamicità. Assistiamo infatti a un incremento nel numero degli interventi normativi che, seppure relativi ad ambiti concettualmente diversi (es. Privacy, distribuzione assicurativa/prodotti finanziari, ecc.), mettono al centro il cliente (e la sua tutela), nonché i dati, nel senso di richiedere una gestione organizzata del patrimonio informativo per rispondere in modo efficace ed efficiente ai requisiti normativi. Inoltre, tali interventi normativi sono in continua evoluzione. Si pensi, ad esempio, al fatto che sono attesi nuovi interventi normativi specifici sull’utilizzo dei dati aziendali nell’ambito della EU Data Strategy[2].
Un ulteriore trend è rappresentato dall’adozione delle nuove tecnologie a supporto del business (Figura 3). Ad esempio, assistiamo ad un crescente utilizzo dei dispositivi a distanza (Internet of Things – IoT), di cui si attende una crescita consistente con l’adozione delle reti 5G, o il ricorso all’analisi avanzata dei dati (Big Data / Analytics) per migliorare l’esperienza del cliente attraverso una maggiore comprensione delle sue esigenze specifiche, ecc.
Un caso concreto è rappresentato dall’utilizzo di tecnologie innovative nell’ambito della salute – cioè la Digital Health. L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha indicato una crescita della domanda verso la sanità integrativa e l’utilizzo della tecnologia in questo ambito, con un approccio maturo di Digital Health, può generare evidenti benefici di business alle Organizzazioni impattate.
Non è poi da dimenticare il trend relativo alla sostenibilità. Assistiamo infatti ad un passaggio dalla Sostenibilità 1.0, dove il focus delle Organizzazioni era limitato alla definizione di una Corporate Social Responsibility e delle relative strategie di comunicazione, ad una Sostenibilità 2.0.
Le preferenze dei clienti, il cambiamento climatico, l’interesse degli investitori, la regolamentazione e l’avanzamento tecnologico sono i fattori che stanno evolvendo significativamente questo paradigma, con la conseguenza che le Organizzazioni devono effettuare investimenti specifici per innovare i propri prodotti/servizi, monitorare e gestire e il proprio Carbon Footprint (impronta ecologica), modificare la propria asset allocation verso titoli di aziende che mostrano attenzione su questo tema e, non ultimo, monitorare i rischi ad essa associati (i c.d. ESG Risk).
Questi trend hanno un evidente riflesso sui rischi che devono essere gestiti dalle Organizzazioni, rendendoli più complessi e, allo stesso tempo, più dinamici.
Ne consegue la necessità di arricchire gli approcci tradizionali di gestione dei rischi con altri più innovativi che siano in grado di favorire la gestione di questa complessità e dinamicità.
Un approccio innovativo che fa leva sui dati
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario fare leva sui dati, sia interni sia esterni all’Organizzazione, e sulla capacità di trasformarli in informazioni per supportare i processi decisionali, non limitandosi alla gestione del rischio, ma supportando la creazione di valore di business.
Infatti, un approccio basato sui dati – “data driven” – permette di arricchire gli approcci di Risk Management tradizionali con approcci più innovativi con il risultato di:
- Migliorare la capacità dell’azienda di identificare i rischi con approcci statici e reattivi, quindi basati su indicatori;
- Evolvere verso approcci adattivi e reattivi, che sfruttano tecniche avanzate di analisi dei dati (Analytics e Artificial Intelligence) per cogliere anticipatamente andamenti anomali dei rischi che richiedono attenzione.
Gli indicatori, infatti, vengono costruiti sulla base della conoscenza pregressa dei “comportamenti” sottostanti i rischi, in modo da avere dei segnali di accadimento dei rischi (si pensi, ad esempio, agli indicatori per l’antiriciclaggio). Poiché i rischi sono sempre più complessi e dinamici, non è più sufficiente basarsi su “comportamenti” noti dei rischi, ma è necessario avere la capacità di identificare trend anomali sui rischi in grado di generare impatti molto importanti sull’Organizzazione. Capacità che è abilitata dall’utilizzo di Analytics e Artificial Intelligence.
Entrambi questi approcci richiedono una riflessione sul modello operativo aziendale, che deve includere valutazioni circa i dati da utilizzare, ruoli e responsabilità per gestire questo framework, competenze necessarie, tecnologie e piattaforme a supporto, nonché modelli in grado di favorire le analisi adattive e reattive.
L’applicazione dell’approccio innovativo al caso Pandemia
Come può essere applicato un approccio di questo tipo al caso della Pandemia?
Per la gestione di questo tipo di rischio, le organizzazioni si sono dotate di un Piano di Continuità Operativa, che durante l’emergenza Covid-19 ha permesso di gestire la crisi e mitigare gli impatti.
L’approccio innovativo può intervenire innanzitutto nella fase di allerta o attivazione del piano (Figura 6), favorendo un’identificazione anticipata dello scenario attraverso indicatori di “early warnings”.
Ad esempio, è possibile utilizzare tecnologie di Intelligenza Artificiale per analizzare le notizie disponibili sul web da varie fonti (Organizzazione Mondiale della Sanità, portali di informazione, ecc.), tradurle in indicatori e compararli con gli stadi ufficiali di una pandemia indicati proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Fermo restando che il piano di continuità operativa debba essere avviato a seguito della pronuncia della Pandemia da parte degli organi ufficiali preposti (es. Ministero della Sanità), un tale approccio permette alle organizzazioni di attivare delle prime azioni che potrebbero aiutare a gestire meglio l’eventuale crisi.
Ad esempio, le organizzazioni avrebbero potuto anticipare l’assegnazione dei notebook portatili al personale critico e l’attivazione delle reti protette (VPN), rendendo più veloce la risposta alla crisi e, comunque, attivando azioni che non avrebbero generato impatti nel caso in cui la Pandemia non fosse stata dichiarata.
Inoltre, cogliere anticipatamente questo scenario potrebbe favorire la riflessione anticipata anche su altri rischi da esso dipendenti, creando una maggiore consapevolezza sullo scenario complessivo e favorendo, quindi, i processi decisionali, sia di rischio sia di business, dell’Organizzazione.
Ad esempio, sempre facendo riferimento ad approcci innovativi, un rischio collegato potrebbe essere quello di un potenziale peggioramento del merito creditizio dei soggetti che emettono titoli finanziari. Gli analytics possono consentire di migliorare la capacità previsionale sia delle variabili macro economiche, sia delle altre variabili (es. informazioni su scioperi del personale o altre informazioni non strettamente economiche che possono fornire indicazione di peggioramento della solidità aziendale), abilitando, ad esempio, scelte di asset allocation consapevoli che possono ridurre i rischi e, allo stesso tempo, migliorare i risultati di business.
In conclusione, dunque, la crescente complessità e dinamicità dei rischi spinge le Organizzazioni ad integrare i propri approcci tradizionali di gestione dei rischi, attraverso il ricorso ad approcci innovativi basati sui dati e sulla capacità di trasformare questi ultimi in informazioni a supporto delle decisioni.
Per questa via, quindi, si consolidano approcci statici e reattivi basati su indicatori e si arricchiscono con approcci adattivi e predittivi.
Tali approcci applicati al caso pandemico possono consentire una gestione maggiormente tempestiva di potenziali impatti derivanti da tale scenario negativo, nonché abilitare processi decisionali di business collegati ad altre aree di rischio dipendenti dallo scenario pandemico, con il risultato finale di supportare la capacità dell’azienda di creare valore di business.
PER APPROFONDIRE
Le tematiche trattate nell'articolo sono state oggetto del seminario: Il welfare integrativo dopo Covid-19. Imparare dalla crisi: un confronto tra Enti e operatori di mercato
Scarica i materiali del seminario
Guarda il video dell'intervento di Capgemini
[1]IMF’s World Economic Outlook Report October 2019, January 2020, April 2020 (https://www.imf.org/en/publications/weo)
[2] Commissione Europea, “Comunicazione della commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. Una strategia europea dei dati”, 2020 (https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/policies/building-european-data-economy)
Andrea Scribano
Capgemini
Head of Data Driven Enterprise - Capgemini