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Relazione Covip per l’anno 2017: quali spunti per le Casse di previdenza?

Antonello Motroni
02 luglio 2018
TEMI MEFOP
  • Welfare liberi professionisti
  • Gestione delle risorse
ARGOMENTI
  • Vigilanza
DESTINATARI
  • Casse di previdenza

Lo scorso 7 giugno la Covip ha presentato la Relazione per l’anno 2017 nella quale trovano posto anche le principali evidenze dell’attività di vigilanza esercitata nei confronti degli Enti di previdenza dei liberi professionisti ai sensi del d.l. 98/2011 (in questo caso il riferimento è alla situazione del 2016).

I patrimoni degli enti hanno superato la soglia degli 80 mld di Euro (+6% rispetto al 2015) e risultano investiti per gran parte in titoli di stato (14,4 mld di Euro, 18%), Oicvm (16,7 mld di Euro, 21%) e immobili, sia direttamente (5,8 mld di Euro, 7%), sia per il tramite di fondi immobiliari (12,7 mld di Euro, 16)%.

Casse di previdenza: composizione dell'attivo a valori di mercato. Dati 2017

Rispetto al 2015 si è ulteriormente ridotto l’investimento immobiliare diretto (-13%), quasi per intero compensato dal costante incremento dell’allocazione nei fondi immobiliari (+12%); continua la crescita degli investimenti per il tramite degli OICVM (+27%), di contro si restringe l’allocazione direttamente in titoli di capitale (-1%) e nel corporate fixed income (-14%).  

Casse di previdenza: composizione attivo a valori di mercato 2015 e 2016

Considerando la distribuzione delle classi di attivo per Ente emerge una forte dispersione per tutte le asset class e in particolare per i titoli di stato, per i fondi armonizzati e per gli investimenti in immobili (diretti e indiretti).
Il campo di variazione è pari, rispettivamente, a 0%-70% nel primo caso (per la metà degli enti tale intervallo risulta pari a 7%-27%); a 0%-60% nel secondo caso (per la metà degli enti tale intervallo risulta pari a 8%-32%); a 7%-55% nel terzo caso (per la metà degli enti tale intervallo risulta pari a 12%-35%). Tale dispersione è da attribuire alla tipologia della forma pensionistica oltre che all’effettiva modalità di gestione degli attivi.
La relazione evidenzia inoltre come, in generale, il patrimonio degli enti che gestiscono una maggiore quantità di risorse tenda ad essere meno concentrato e, quindi, più diversificato.

Spunti di interesse derivano anche dall’attività di controllo condotta da Covip sull’investimento degli enti. La presenza di un quadro normativo ancora non chiaramente definito sta spingendo le Casse a definire i propri assetti regolamentari prendendo come riferimento la normativa dei Fondi pensione, in particolare la Delibera sull’attuazione della politica d’investimento del marzo 2012 e il d.m. 166/2014.
Tuttavia, il fatto che tali riferimenti normativi non siano ancora obbligatori, ha spinto gli Enti ad una significativa rielaborazione delle previsioni in essi contenuti in funzione delle relative specificità. Inoltre, in molti casi la regolamentazione adottata si è limitata a fissare i criteri generali da seguire per la definizione dei vari profili del processo di investimento.Tali ambiti sono stati successivamente regolati nell’ambito di specifici documenti.
Nel complesso, ne deriva una descrizione del processo di investimento frammentata in molteplici documenti/regolamenti, talvolta poco coordinati tra di loro, con scarsa chiarezza complessiva, incongruenze e duplicazioni di contenuti. 
Nel complesso, le Casse che hanno provveduto a stabilire una propria disciplina in materia di investimenti sono state 17, di queste, 6 hanno sottoposto tale documentazione all’approvazione dei ministeri vigilanti secondo quanto previsto dalla propria normativa di riferimento. Due delle 3 Casse che a fine 2016 erano ancora prive di una disciplina interna sugli investimenti hanno comunque adottato un Documento sulla politica d’investimento durante il 2017.

L’analisi della governance del processo d’investimento ha evidenziato la presenza di assetti organizzativi disomogenei, influenzati dalla dimensione degli attivi gestiti e dal grado di complessità del processo d’investimento che è stato adottato. Ciò nonostante si possono comunque rilevare degli elementi di comunanza. È diffusa la pratica di istituire organismi consultivi (16 enti) che vedono la partecipazione dei consiglieri e delle altre figure coinvolte nel processo d’investimento, sia interne all’ente, sia esterne, con compiti di assistenza tecnica alle istruttorie di competenza. Cinque enti presentano Commissioni permanenti che sovraintendono specificatamente agli investimenti mobiliari e immobiliari.
In tutte le Casse è operativa una struttura interna preposta agli investimenti la cui composizione varia in funzione della dimensione degli attivi e della complessità della politica d’investimento adottata. Specifiche unità dedicate agli investimenti immobiliari sono presenti soltanto in 10 Enti.
Così come per i Fondi pensione, anche nelle Casse di previdenza è largamente diffuso il ricorso al supporto degli advisor per le varie fasi del processo d’investimento, in particolare nella fase di controllo. In 12 casi, inoltre, è presente più di un consulente al fine di evitare l’insorgere di possibili confitti di interesse.  

Antonello Motroni
Mefop

In Mefop dal 2006. Laureato in Economia e Commercio, si occupa di analisi economica e finanziaria ed è co-responsabile della gestione di Previ|DATA. Si occupa dei profili comunitari della previdenza integrativa.