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I rendimenti dei fondi pensione negoziali
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Il 2022 è stato un anno molto difficile per i mercati a causa degli eventi macroeconomici e geopolitici occorsi. Il conflitto russo-ucraino ha ampliato in modo esponenziale le tensioni inflazionistiche, che già si erano evidenziate nel corso del 2021 con il venir meno delle restrizioni pandemiche.
Le banche centrali, nel tentativo di frenare la crescita dell’inflazione (in Italia, secondo i dati riportati da Istat, nel mese di dicembre 2022 l’indice dei prezzi al consumo si è attestato all’11,6% su base annua), hanno invertito repentinamente le politiche monetarie incrementando in modo significativo i tassi di interesse.
Le tensioni innescate dalla stretta monetaria hanno avuto ripercussioni importanti anche sui mercati azionari, con perdite significative anche per questa asset class.
Nel 2022 tutti i comparti hanno registrato un deprezzamento rispetto al 2021; tra quelli che hanno risentito maggiormente del contesto troviamo gli azionari con rendimenti distribuiti in un range che va dal -14,8% al -9,7% e una performance media (aritmetica) pari a -11,9%.
Le linee bilanciate si sono attestate su un rendimento medio del -10,5%, registrando un valore minimo del -13,8% ed un valore massimo del -5,5%.
Le linee obbligazionarie miste hanno avuto una performance media del -10,3% (massimo pari al -5,7% ed un minimo del -15,0%).
Infine, i comparti garantiti sono stati quelli che hanno evidenziato le fluttuazioni più ampie con valori compresi tra -13,4% e -0,4% e un rendimento medio pari a -4,9%.
Ampliando l’orizzonte temporale a due e a tre anni si evidenzia una situazione comunque complessa che risente degli eventi straordinari di questi ultimi anni. Considerando, infatti, un periodo triennale soltanto la distribuzione dei rendimenti dei comparti azionari si colloca in territorio positivo.
Tale scenario richiede agli operatori della previdenza integrativa uno sforzo significativo nel comunicare agli aderenti l’importanza di non assumere decisioni affrettate se non strettamente necessario. In questo contesto, infatti, l’esercizio di prerogative individuali (riscatti, anticipazioni e switch) avrebbe come effetto quello di rendere materiale una perdita altrimenti latente e prospetticamente recuperabile con la ripresa dei mercati.
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