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Il welfare dei liberi professionisti, questo sconosciuto
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Ad inizio 2019 è stata realizzata la sesta edizione dell’indagine campionaria Mefop, svolta con il supporto tecnico di Ipsos, avendo come obiettivo quello di verificare la conoscenza e le aspettative degli italiani rispetto alle dinamiche che stanno mutando lo stato sociale e ai rischi ad esse associate.
Sono stati intervistati 2.000 lavoratori, di cui il 13% con metodologia Cati (Computer Assisted Telephone Interviewing) e il restante 87% con metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interviewing).
Il 23% del campione è rappresentato da lavoratori autonomi e liberi professionisti.
Come spiega anche l’articolo «Il welfare tra nuovi bisogni e conflitto generazionale: l’opinione dei lavoratori del settore pubblico e di quello privato», pubblicato sull’ultimo numero della rivista Prospettive, l’Indagine ha evidenziato che:
Le tendenze demografiche degli ultimi decenni e il loro riflesso sulla spesa sociale stanno cambiando la scala dei bisogni di welfare. Oltre alle preoccupazioni sui versanti pensionistico e occupazionale, acquisiscono sempre maggiore rilevanza quelle legate alla salute e alla non autosufficienza.
Le ragioni di maggiore apprensione riguardo al futuro vedono affiancarsi, a problematiche come la perdita del lavoro e l’inadeguatezza della pensione, nuove preoccupazioni come, ad esempio, quella di far fronte alle esigenze di tutela della salute propria e dei genitori, in crescita rispettivamente di 10 e 14 punti .percentuali rispetto all’indagine del 2015.
Salute e assistenza entrano quindi in maniera rilevante tra i nuovi bisogni di welfare degli italiani.
Abbiamo più volte sottolineato, presentando in diverse occasioni i dati dell’Assessment sull’offerta di welfare delle Casse di previdenza, svolto da Mefop nel 2017, come queste ultime abbiano già da tempo capito l’importanza di soddisfare tali nuovi bisogni e provveduto ad integrare l’offerta di prestazioni previdenziali con trattamenti e servizi di natura assistenziale volti ad affiancare e tutelare i liberi professionisti a 360°.
L’Indagine Campionaria ha nuovamente confermato l’esistenza di un gap informativo: solo una piccola parte del campione dei liberi professionisti intervistati sa che il proprio ente di previdenza eroga, oltre alla prestazione di primo pilastro, servizi non previdenziali.
Ai liberi professionisti che hanno partecipato all’Indagine è stato chiesto di indicare quali prestazioni, riportate nell’elenco sottoposto alla loro attenzione, ritenevano fossero offerte dalla propria Cassa. Gli intervistati potevano selezionare più di una risposta.
I risultati mostrano che un numero esiguo dei liberi professionisti intervistati è consapevole delle prestazioni e servizi a tutela della salute e della famiglia offerte dalla propria Cassa: solo il 27% sa che il suo Ente offre l’assistenza sanitaria, mentre scende al 20% la percentuale dei professionisti che sono a conoscenza dei sussidi a sostegno del nucleo familiare.
Assodato che tutte le Casse sono dotate di una strutturata offerta di prestazioni non previdenziali, emerge ancora una volta la necessità di una adeguata comunicazione tra Ente e Iscritti che permetta alle Casse di mettere in luce la loro centralità nell’erogazione di prestazioni di sicurezza e protezione sociale a favore dei professionisti.
Le attività possibili per raggiungere tale obiettivo sono molteplici, ma, per permettere agli iscritti di conoscere tutte le prestazioni garantite dalla Cassa di appartenenza, una delle fondamentali attività da svolgere, prima di investire soldi ed energie in campagne di comunicazione, è quella di riorganizzare al meglio il proprio ecosistema della comunicazione. Per farlo bisogna innanzitutto passare in rassegna come e quali informazioni sulle prestazioni sono veicolate attraverso i propri canali, primo fra tutti il sito istituzionale.
Come?
Il primo passo da compiere è quello di mettersi nei panni del libero professionista.
Perché sono andato sul sito della Cassa? Cosa cercherei se volessi informazioni su una determinata prestazione?
Dove sono presentate le informazioni sui servizi e le prestazioni? Sono in sezioni facilmente raggiungibili da chi non conosce il sito? La navigazione viene guidata tenendo presenti i bisogni del professionista e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi?
Per rispondere a queste domande bisogna tenere presenti alcuni elementi fondamentali di cui spesso ci si dimentica:
- Con chi parlo
- Di che cosa parlo
- Come ne parlo
Con chi parlo
Nel riorganizzare e progettare la comunicazione dovremmo partire da quello che spesso viene considerato l’ultimo elemento del processo comunicativo: il destinatario, cioè il libero professionista (o, in alcuni casi, la sua famiglia).
Ribaltiamo il nostro punto di vista e partiamo da lui. Possiamo fare delle survey per testare l’attuale sito, ma non limitiamoci a sondare la sua soddisfazione generale. Facciamogli domande specifiche sulla navigazione, per capire come fa ad orientarsi all’interno del sito. Chi meglio di lui ci può dire se e dove trova difficoltà nel rintracciare le informazioni? Per fare un paio di esempi, chiediamogli quale percorso farebbe per trovare le in formazioni sull’assistenza sanitaria o sugli sconti per i laboratori di analisi o cosa si aspetta di trovare in una sezione denominata «Prestazioni per stato di bisogno».
I dati raccolti ci faranno entrare di più nella sua testa, ci faranno capire quali sono i percorsi che intraprende per arrivare alle informazioni e ci permetteranno di strutturare i contenuti in modo che guidino efficacemente la navigazione.
Di che cosa parlo
Stabilito come ragiona e cosa si aspetta da noi il nostro interlocutore, occorre analizzare ciò di cui gli vogliamo parlare. In questo caso, delle prestazioni e dei servizi non previdenziali.
Un esempio dell’applicazione di questa metodologia di lavoro è l’Assessment sull’offerta di welfare delle Casse di Previdenza dei liberi professionisti effettuato da Mefop nel 2017.
Tutte le prestazioni, i servizi e le convenzioni delle suddette Casse sono state aggregate in base a cinque categorie di riferimento individuate a partire dai bisogni dell’iscritto:
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Passiamo in rassegna l’intera offerta non previdenziale della Cassa, sia che si tratti di prestazioni, che di convenzioni o servizi ed assegniamo ad ognuna la tipologia di bisogno che va a soddisfare.
Ad esempio l’assistenza sanitaria, i sussidi per le case di riposo o le convenzioni con laboratori di analisi sicuramente soddisfano un bisogno che è la tutela della salute.
Come ne parlo
Una volta attribuito alla prestazione/servizio il bisogno che soddisfa e compreso come ragiona il nostro interlocutore, bisogna capire se la mappa di navigazione guida l’iscritto nella sezione di proprio interesse.
Nell’assegnare un titolo o una collocazione ad una sezione dobbiamo tenere bene a mente con chi e di cosa parlo per permettere a chi è sul sito di non perdersi nella ricerca, ed anzi, facendo in modo che intercetti, nel percorso di navigazione, i contenuti di proprio interesse.
Ad esempio, riferendoci al caso sopra riportato, la sezione del sito in cui sono rintracciabili l’assistenza sanitaria, i sussidi per le case di riposo o le convenzioni con laboratori di analisi, fanno intuire che in essa sono riportate queste prestazioni che soddisfano il bisogno di tutelare la salute? O, invece, sono inserite genericamente in elenchi presenti nelle sezioni Prestazioni e Convenzioni?
Spesso, quando si vuole migliorare la comunicazione su specifici argomenti, si cade nel tranello di creare nuovi strumenti che si vanno a stratificare su quelli già esistenti, o di mettere in campo una campagna di comunicazione che ha una durata determinata.
Queste attività sono sicuramente utili a raggiungere l’obiettivo, ma non possono prescindere da una attenta analisi e riorganizzazione dell’ecosistema della comunicazione esistente.
Una volta spenti i riflettori delle campagne promozionali, i liberi professionisti avranno comunque un luogo dove l’informazione sulle prestazioni della Cassa siano fruibili in modo trasparente, chiaro e usabile.
Daniela Vitale
Mefop
In Mefop dal 2008. Laureata in scienze della Comunicazione istituzionale e d'impresa, si occupa dei progetti di comunicazione istituzionale e on demand e dell’organizzazione degli eventi.