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Art. 16 ddl sulla concorrenza: un’occasione – non esaltante – per rivisitare la previdenza complementare

Redazione Mefop
11 febbraio 2016
TEMI MEFOP
  • Previdenza complementare
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  • Diritti e prestazioni
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  • Fondi pensione

In una nota, che sarà contenuta nell’Osservatorio Giuridico Mefop n. 39 e che pubblichiamo qui in anteprima, Pasquale Sandulli propone una analisi sistematica della serie di emendamenti all’art. 16 del ddl sulla concorrenza presentati – secondo la tecnica legislativa del Parlamento italiano – in modo disorganico ed improvvisato.

Nel passaggio dalla Camera al Senato, l’art 16 (ex 15) del ddl sulla concorrenza ha subito una importante modifica: ferme le proposte di modifica del regime dell’anticipazione per motivi di disoccupazione nel senso di un più facile accesso a detta prestazione, e del regime fiscale di riscatto libero, si è registrato - a fronte della caduta sia della previsione di una portabilità completa, comprensiva cioè anche del contributo corrente del datore di lavoro, sia della possibilità di ampliamento degli ambiti di operatività dei fondi (ipotesi entrambe prive di adeguati raccordi con la disciplina in essere,  e dunque con il rischio di determinare una vera e propria frattura nell’impianto della legge) - un approccio più sistematico ai problemi del secondo livello pensionistico, mediante la prevista attivazione di un tavolo di consultazione, dedicato a tre profili di una possibile riforma: a) sui requisiti, specialmente di onorabilità e professionalità, per l’esercizio dell’attività dei fondi pensione; b) sulla introduzione di soglie minime di patrimonializzazione dei fondi pensione; c) sulla introduzione di procedure di concentrazione delle forme e relativi fondi in essere.

In questo quadro devono essere considerati gli emendamenti proposti al Senato, che i vengono analizzati dall’autore, non certo per stabilire quale sia il grado di probabilità che ciascuno di essi si tramuti in norma (che potrebbe essere il frutto di estemporanee alleanze), quanto per cogliere indicazioni utili in una prospettiva di riforma sistematica e non occasionale.

Mediante una classificazione degli emendamenti di che trattasi, l’Autore evidenzia – al fine di progettare le attese linee di revisione del sistema – quelli meritevoli di essere coltivati in un quadro di approfondimento, quale realizzabile grazie alla prospettata costituzione di un tavolo di consultazione; così distinguendoli da quelli di mera rottura del sistema o ancora da quelli del tutto estranei alla tematica delle pensioni di secondo livello, destinati semmai ad una diversa collocazione.


Clicca qui e scarica l’articolo del Prof. Pasquale Sandulli

 

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