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I dati del reporting system 2021 dell'Anagrafe dei fondi sanitari: una fotografia da rileggere in chiave più sistematica
- Sanità integrativa
- Fondi sanitari
La recentissima pubblicazione del secondo Reporting System sulla sanità integrativa, a cura dell’Anagrafe dei fondi istituita presso il Ministero della salute, ci consente di tracciare alcune valutazioni in merito alle evoluzioni del sistema dei fondi iscritti al Siaf, evidenziando, tuttavia, la parzialità degli stessi che, oltre a riferirsi al solo comparto dei fondi che hanno richiesto la certificazione, non include nel periodo di riferimento gli anni della pandemia.
I dati forniti dall’Anagrafe, infatti, tracciano il sistema dei fondi iscritti al Siaf nell'anno 2020 (anno fiscale di riferimento 2019) vanno letti nella consapevolezza che proprio la pandemia ha costituito un banco di prova importante per la sanità integrativa, determinando non solo crescita delle iniziative anche nel segmento delle coperture individuali ma innescando, in particolare, un interessante processo di crescita organizzativa dei diversi soggetti.
La pandemia, infatti, ha accresciuto le preoccupazioni e bisogni sanitari dei cittadini e ha mobilitato le parti sociali, gli enti del terzo settore, le compagnie ed i provider di servizio nella gestione dell’emergenza e nella valutazione di soluzioni innovative. Dopo la prima fase emergenziale, i fondi hanno intrapreso importanti riflessioni sulla pianificazione sanitaria e sociosanitaria e modificato le proprie aree di intervento. Questa circostanza non può essere visualizzata dai dati pubblicati dall’Anagrafe.
Il report evidenzia una sostanziale e progressiva stabilizzazione dei numeri dei fondi iscritti al Siaf; il divario del numero di attestazioni per i fondi sanitari integrativi del Ssn (fondi integrativi di tipologia A) e per gli enti, casse e società di mutuo soccorso (fondi integrativi di tipologia B) rimane rilevante e il lieve aumento e la stabilizzazione del numero dei fondi integrativi di tipologia A (da 3 del 2013 a 12 del 2020) potrebbe essere un dato non stabile per gli anni successivi e comunque scarsamente significativo. Il modello mutualistico, utilizzato spesso anche per ragioni di tipo fiscale dai fondi aperti alle adesioni individuali, si stabilizza nel sistema della sanità integrativa, rivelando un legame ormai consolidato tra i principi di sussidiarietà sanitaria e sociosanitaria e le finalità partecipative e di sostegno degli enti del terzo settore. Sono numerose le indagini dalle quali emerge questa tendenza alla crescita di un modello che punta a favorire l’integrazione pubblico-privato e coinvolge potenzialmente tutti i cittadini.
Quanto ai numeri degli iscritti alla sanità integrativa si evidenzia una crescita progressiva che nel 2020 fa contare quasi di 15 milioni di iscritti ai fondi mappati dall’Anagrafe, con una prevalenza dei lavoratori dipendenti. Sarebbe interessante ancora una volta calare questo dato - che ricordiamo riguarda una sola parte della sanità integrativa - nel generale processo di crescita dei prodotti di sanità privata e integrativa che in questi ultimi mesi sono stati diffusi attraverso il motore del welfare aziendale, attraverso l’operato della bilateralità non tipizzata e, non in ultimo, attraverso il crescente canale delle piattaforme assicurative per la distribuzione di polizze e servizi digitali.
Anche dal punto di vista delle tipologie di prestazioni mappate dal Reporting system non emergono grandissime novità ad eccezione di un naturale spostamento delle coperture dei fondi verso l’area delle cd. “prestazioni vincolate” o extra-Lea, che passano dal 31% del 2017 al 33% del 2020. Anche in questo caso, la tendenza potrebbe essere confermata dai dati del periodo della pandemia.
Almeno dal punto di vista dell’Osservatorio Mefop, in questi ultimi mesi si è manifestato un crescente interesse del settore per le coperture destinate alla fragilità e alla non autosufficienza. Il fenomeno, forse favorito da diversi input istituzionali contenuti in diversi documenti diffusi di recente (cfr. Patto per la salute 2019-21; Cruscotto delle prestazioni dei fondi sanitari e in ultimo, la missione 6 del Pnrr), è destinato a consolidarsi alla luce della sempre maggiore diffusione dei servizi di tele monitoraggio.
In ambito di telemedicina, area sulla quale Mefop sta avviando delle ricerche e degli studi di settore, i fondi sanitari hanno solo in alcuni casi optato per l’adozione del modello e, durante la pandemia il ricorso alle cd. televiste non è stato elevatissimo; tuttavia, sono sempre più numerose le coperture sottoscritte dai fondi che puntano a presidiare l’area della cd. “presa in carico digitale” e i servizi di tele-monitoraggio, che troveranno sempre di più spazio proprio nell’area delle fragilità e della non autosufficienza, contribuendo ad un ulteriore rafforzamento del presidio sulle prestazioni vincolate.
Il Secondo report dell’Anagrafe diffonde dati fondamentali, tuttavia la veloce evoluzione del più ampio e poco regolamentato fenomeno della sanità integrativa (ivi compresa quella estranea al sistema Siaf) ci spinge ad auspicare un rinnovato impegno di tutti gli operatori teso a valorizzare e coordinare i diversi dati di cui sono in possesso. Il sistema della spesa sanitaria intermediata merita attenzione nella sua interezza; i dati comparativi e coordinati che potrebbero emergere si rivelerebbero, infatti, fondamentali per una congrua pianificazione del sistema sanitario nazionale e, conseguentemente, per l’avvio di un equilibrato processo di riforma legislativa del secondo e del terzo pilastro sanitario.
Una versione estesa dell’articolo sarà presente nel prossimo numero del magazine Prospettive.
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Damiana Mastantuono
Mefop
In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.