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ETF tematici come coniugare ricerca attiva e sostenibilità

Giancarlo Sandrin
03 giugno 2021
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Non dobbiamo sorprenderci se le strategie tematiche degli ETF stiano prendendo il posto degli approcci settoriali.

Un’analisi di Bloomberg Intelligence a marzo 2021, stimava che complessivamente potremmo arrivare a vedere attivi pari a $500 miliardi a livello globale entro cinque anni, più di quanto si detenga in tutti gli ETF focalizzati su tutti settori messi insieme.

Nel passato gli investitori hanno utilizzato i settori “classici” come un’approssimazione di un tema. Approssimata, perché questi settori “classici” vengono costruiti con una metodologia top-down che cerca di classificare le società all’interno di definizioni molte volte generiche e spesso molto ampie. Troppo orientati alla capitalizzazione di mercato, per poter riflettere correttamente le forze innovatrici che stanno trasformando il nostro modo di vivere e di lavorare, e spesso con una tassonomia aggiornata solo dopo molti anni.

L'ascesa della robotica, dell'intelligenza artificiale e dell'automazione non riguarda solo i titoli tecnologici, ma l’intera industria produttiva. Come la digitalizzazione non riguarda soltanto un settore, ma va a prendere il campo del commercio come quello della salute.

Questi mega trend sono i futuri settori di domani, che si trovano oggi in un momento di forte espansione e ben si addicono al profilo di lungo termine di un investitore che deve tener conto dei cambiamenti sociali ed economici in cui si troverà tra venti o trent’anni.

Ma come possiamo quindi offrire un’esposizione più precisa ad un tema?

In primo luogo, un approccio tematico ben progettato deve poter fornire un'esposizione più pura a queste nuove economie. Per identificare queste aziende è necessaria una ricerca macroeconomica e industriale specializzata, che comprenda i driver di questi temi, e conosca le singole aziende. Per questo motivo noi ci avvaliamo di consulenti che ci supportano nel definire quali sono i parametri da utilizzare nella scelta e che, allo stesso tempo, ci forniscano, grazie alla loro ricerca proprietaria, i tool per identificare tali caratteristiche tra le società quotate.

In secondo luogo, un’esposizione dove i pesi non sono legati alla capitalizzazione dà un maggior peso relativo a società a media e piccola capitalizzazione, con una sovrapposizione molto bassa con gli indici market cap tradizionali.

Ultimo aspetto, la composizione di questi singoli temi abbraccia settori tradizionali e aree geografiche differenti. La globalizzazione rende infatti difficile incasellare il business di una società su un singolo paese. Al contempo alcune tecnologie portano il cambiamento ad aziende presenti in differenti settori. Le aziende coinvolte nell'ascesa dell'intelligenza artificiale avrebbero potuto essere assegnate a diversi settori come la tecnologia o gli industriali mediante metodologie di classificazione tradizionali.

Un ultimo aspetto da considerare è come questi temi in aggregato si comportino rispetto ad un classico indice azionario globale. Storicamente la loro aggregazione è riuscita a portare un beneficio in termini di rischio e rendimento, grazie all’effetto di diversificazione di questi indici, rispetto ai classici benchmark.

Non da ultimo l’investimento tematico può essere visto come la catena di congiunzione tra quello che è il classico investimento liquido a benchmark e le opportunità che provengono dalle società in forte crescita, rappresentate dal mercato del private equity.

PER APPROFONDIRE

Le tematiche trattate nell'articolo sono state oggetto del seminario:  L’indicizzazione attiva: soluzioni innovative nella costruzione degli ETF

Guarda il video dell'intervento 

 

 

Giancarlo Sandrin
LGIM Managers (Europe)

CFA - Italy Country Head