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La nuova disciplina del Whistleblowing: cosa fare ed entro quando
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Il 15 marzo scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 il d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24 attuativo della Direttiva UE 2019/1937, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali.
Tutela dei whistleblowers
Con tale decreto l’ordinamento nazionale ha dato attuazione agli indirizzi dell’UE di delineare un quadro di adempimenti minimi per la tutela dei cd. “whistleblowers”, cioè di coloro che segnalano violazioni del diritto dell’UE e nazionale che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’Amministrazione pubblica o dell’ente privato, di cui siano venuti a conoscenza nel contesto lavorativo pubblico o privato.
La nuova disciplina, che mira a perseguire obiettivi di trasparenza, responsabilità e prevenzione degli illeciti, ha ampliato notevolmente l’ambito di applicazione della normativa in materia di tutela del segnalante che non è più circoscritto alle sole imprese dotate di modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001.
La prima novità è quindi rappresentata dai destinatari della disciplina che considera nel proprio ambito di applicazione:
- le imprese private che hanno impiegato, nell’ultimo anno, la media di almeno 50 lavoratori subordinati con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato;
- gli enti che rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’Unione Europea, in materia soprattutto di protezione del risparmio, a prescindere dal numero dei dipendenti (tra questi rientrano i fondi pensione qualificati come Iorp);
- gli enti che hanno adottato Modelli di organizzazione ai sensi del d.Lgs. 231/2001.
A questi si aggiungono i soggetti del settore pubblico, gli enti pubblici economici, gli enti di diritto privato sottoposti a controllo pubblico ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, le società in house, gli organismi di diritto pubblico, i concessionari di pubblico servizio.
Segnalazioni interne
A livello pratico la principale novità riguarda l’istituzione di un canale di segnalazione interna. A tal fine i soggetti obbligati, sentite le rappresentanze o le organizzazioni sindacali, devono implementare propri canali di segnalazione che garantiscano, anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia, la riservatezza dell’identità della persona del segnalante, della persona coinvolta e della persona comunque menzionata nella segnalazione, nonché del contenuto della segnalazione e della relativa documentazione.
In tale ambito, oltre alla elaborazione di procedure regolamentate relative a tutte le forme di segnalazioni possibili comprese quelle in forma scritta o orale, lo sviluppo di piattaforme tecnologiche possono offrire un valido strumento per il monitoraggio delle segnalazioni.
Segnalazioni esterne
Altra novità riguarda le c.d. “segnalazioni esterne”: il d.lgs. 24/2023 prevede, oltre alla ordinaria facoltà in capo ai segnalanti di rivolgere segnalazioni attraverso canali interni all’organizzazione, anche la possibilità di rivolgere segnalazioni esterne all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) o, in via residuale, di procedere con divulgazioni pubbliche tramite stampa, mezzi elettronici o altri mezzi di diffusione in grado di raggiungere un numero elevato di persone.
Con l’individuazione del canale esterno di segnalazione il decreto attribuisce all’ANAC un importante ruolo di controllo anche sugli enti privati, armonizzando in tal modo la funzione di garanzia di legalità svolta nel settore pubblico e in quello privato. Entro il 30 giugno p.v. saranno emanate le Linee Guida ANAC relative alla gestione del canale di segnalazione esterna.
In merito alla entrata in vigore della nuova normativa le norme transitorie riportate all’art. 24 del d.lgs. 24/2023 prevedono la decorrenza dal 15 luglio 2023, precisando che per gli enti privati con un numero di addetti inferiore a 250 la deadline è più ampia ed è fissata al 17 dicembre 2023.
Lorenzo Cicero
Mefop
In Mefop dal 2008. Avvocato. Laureato in Giurisprudenza. È responsabile della consulenza e della formazione in materia legale, nonché del servizio Pillole. Collabora alla redazione delle pubblicazioni giuridiche.