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La pianificazione e i modelli di riferimento nella scrittura di piani sanitari e nomenclatori dei fondi sanitari
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Quali sono le prestazioni tipiche di un fondo sanitario integrativo? Quali caratteristiche dovrebbe rispettare il processo di pianificazione e quale modalità bisognerebbe utilizzare nella comunicazione con le Istituzioni e con gli iscritti? Queste sono alcune delle domande a cui abbiamo cercato di fornire una risposta nel tavolo di lavoro che Mefop ha dedicato alla pianificazione sanitaria il 6 luglio scorso.
Nel corso dei lavori si è fornita una valutazione di tipo prospettico della sanità integrativa a cui, anche in assenza di regole particolarmente dettagliate, è stato richiesto dal legislatore di concorrere con il sistema sanitario nazionale alla copertura dei bisogni sanitari degli iscritti. L’obiettivo seguito nell’analisi non è stato quello di ampliare un elenco di prestazioni erogabili alla luce del solo rapporto economico e assicurativo tra input e output, bensì quello di fornire ai fondi uno schema di riferimento utile a rispondere efficacemente ai bisogni di integrazione sanitaria dei cittadini e agli input normative ed istituzionali.
Il questionario Cruscotto delle prestazioni diffuso all’Anagrafe dei fondi sanitari nello scorso autunno ha sollecitato una riflessione ampia sul tema delle prestazioni, sul processo di pianificazione e sul ruolo dei percorsi (Pdta) nella strategia sanitaria dei fondi. Proprio dalla strategia sanitaria è necessario partire per disegnare un modello efficace di copertura, monitorabile anche in caso di esternalizzazione della gestione e semplice da comunicare agli iscritti.
Durante il tavolo sono stati toccati questi aspetti istituzionali ma si è cercato anche di fornire risposte operative immediate in merito alle caratteristiche di un processo di pianificazione, ai profili di governance più adeguati e agli aspetti formali e documentali. Relativamente al processo di pianificazione i modelli di riferimento non possono che essere ispirati a quelli della programmazione e del project management che oggi riguarda ogni azienda, ivi comprese quelle sanitarie. Il primo passo per avviarsi ad una corretta attività di pianificazione è quella di attribuire ruoli chiari a soggetti/organi in grado di effettuare scelte consapevoli, tra cui:
- Definire modelli idonei a valutare i profili di salute dei propri iscritti
Un esempio: Le 12 “Blueprint Personas”
Fonte Immagine: https://www.trentinosalute.net/Aree-tematiche/Innovazione-e-ricerca/Internazionalizzazione-del-sistema-sanitario/Blueprint
“Report on the Evolution of the Blueprint on Digital Transformation of Health and Care for the Ageing Society”, dicembre 2018 – Traduzione a cura della Provincia autonoma di Trento - Dipartimento Salute e politiche sociali
- Valutare adeguatamente il livello di offerta di prestazioni e servizi esistente a livello sanitario e socio sanitario
- Avviare una programmazione pluriennale degli interventi, predisponendo un sistema di gestione e monitoraggio fondato su dati univoci e su un sistema di classificazione sufficientemente coordinato con il Ssn.
In questo processo è sicuramente opportuno guardare alla sostenibilità economica e attuariale, ma prima ancora avere chiari gli obiettivi in chiave di outcome, esiti di salute e strumenti di supporto e organizzativi. Proprio con riferimento a quest’ultimo profilo, il tavolo ha fornito alcune suggestioni in chiave informativa che hanno evidenziato l’opportunità dell’adozione di sistemi di classificazione e transcodifica; di sistemi di gestione dei rischi sanitari orientati alla multidimensionalità, tra cui i percorsi diagnostici e terapeutici (Pdta) e l’importanza di un sistema comunicativo efficace orientato non solo alla formale condizione delle regole ma alla più trasparente informazione ed educazione dei propri iscritti.
L’adozione di un linguaggio chiaro è alla base per la scrittura di un piano sanitario costruito intorno ai bisogni sanitari dei propri iscritti, alle principali patologie e non alle singole prestazioni ed è per questo che, se risulta strategico programmare per aree di intervento e per aree assistenziali, cosi pure appare fondamentale comunicare all’iscritto sulla base delle sue “esigenze di salute”, fornendo allo stesso una guida al piano sanitario che indirizzi virtuosamente le richieste di prestazione, sostenga economicamente le proprie spese e le orienti alla “appropriatezza”. Proprio in tal senso assume rilevanza l’adozione, almeno nelle aree più delicate della prevenzione, delle cronicità e del socio sanitario, di percorsi o almeno di pacchetti costruiti sulle esigenze degli iscritti.
Nel corso del tavolo di lavoro si è provato anche a fornire alcune indicazioni sulle caratteristiche dei documenti da adottare a livello associativo e a livello informativo, a partire dalla indicazione di alcuni elementi che dovrebbero distinguere tre tipologie di documenti: quelli programmatici, che insieme al bilancio sono di competenza degli organi di governo; quelli di comunicazione all’iscritto e quelli tecnici, tra cui il nomenclatore tariffario e i documenti sui livelli di servizio. Questi ultimi documenti devono essere redatti avendo a riferimento criteri adeguati di transcodifica che permettano la predisposizione di strumenti informatici di controllo del piano sanitario e dell’operato dei diversi outsourcers coinvolti nella gestione dello stesso.
Damiana Mastantuono
Mefop
In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.