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La settima edizione del Rapporto “Welfare for people” conferma che l’ecosistema del welfare aziendale rappresenta uno strumento sempre più importante per interpretare le “nuove” esigenze del sistema economico

Giuseppe Rocco / Tiziana Lamberti
24 ottobre 2024
TEMI MEFOP
  • Bilateralità
  • Welfare contrattuale e aziendale
DESTINATARI
  • Fondi sanitari
  • Altri Enti bilaterali

Il welfare aziendale interpreta un ruolo sempre più importante come possibile risposta alle tendenze evolutive dello scenario economico.   

Il welfare aziendale come risposta al “divenire” dello scenario economico

Un primo profilo da evidenziare è il trend demografico con riferimento ad un progressivo invecchiamento che caratterizza il nostro Paese, per effetto dell’innalzamento della speranza di vita e della riduzione della natalità, con un graduale assottigliamento della popolazione attiva. In particolare, così come ricordato nel Piano strutturale di bilancio, in Italia, si è potuta osservare un’accelerazione dell’aumento dell’età media, pari a 46,4 anni nel 2023, laddove all’inizio del decennio scorso si attestava a 43,4 anni.

Così come sottolinea l’Ivass in una recente Audizione parlamentare l’Italia è il secondo paese a livello mondiale in termini di quota di persone ultra 65enni, dopo il Giappone.

La speranza di vita alla nascita è a 65 anni di età nel 2023 e risulta in aumento, pari rispettivamente a 83,1 anni (82,6 nel 2022) e a 20,9 anni (20,4 anni). Gli ultra 65enni rappresentano a fine 2023 il 24,3% del totale della popolazione, con una stima nel 2060 che sale al 30% per gli uomini e al 36% per le donne. La quota di ultra 85enni crescerà, dal 13% per i maschi e 19% per le femmine nel 2023, rispettivamente al 24% e 32% nel 2060. Inoltre, tra i fattori sottostanti l’invecchiamento si rileva il calo delle nascite, che hanno fatto registrare il minimo storico nel 2023, e che si lega a un tasso di fecondità (TFT) collocatosi su valori tra i più bassi tra i maggiori Paesi OCSE: il numero medio di figli per donna era pari a 1,2 nel 2023, in netta diminuzione rispetto a dieci anni prima (1,4). Inoltre, è necessario evidenziare il continuo aumento dell’età media delle madri al parto (32,5 anni nel 2023 rispetto ai 31,4 anni di dieci anni prima).

Il processo di senilizzazione determina la necessità di monitorare la sostenibilità prospettica del sistema di Welfare pubblico, anche considerando la necessità di gestire e ridurre il debito pubblico, nelle diverse componenti, previdenziale, sanitaria, sostegno alla non autosufficienza e di implementare specifiche politiche per la famiglia.

In questa prospettiva il Welfare aziendale si pone come utile strumento di sussidiarietà a complemento delle prestazioni del Welfare State. Particolarmente eloquente è per esempio l’incidenza della spesa diretta sanitaria delle famiglie (cd. spesa out of pocket) pari in Italia al 22% mentre ha valori più modesti in Francia, Olanda e Germania (dal 9,0% al 12%), pari in valore assoluto a 36,8 miliardi.  

Va ancora ricordato come il Welfare aziendale è leva per favorire il benessere dei dipendenti, stimolare la produttività e la modernizzazione dei sistemi di relazioni industriali, consente di “leggere” le nuove dinamiche del mercato del lavoro e rappresenta strumento di dialogo con gli stake holders e con i territori di riferimento in cui opera l’azienda.

La settima edizione di Welfare for People, il Rapporto annuale sul welfare occupazionale e aziendale

In questo panorama, assume allora particolare valenza “Welfare for People, Rapporto annuale sul welfare occupazionale e aziendale” giunto ormai alla settima edizione e realizzato dalla Scuola di Alta Formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT In collaborazione con Intesa Sanpaolo. 

L’edizione di quest’ anno propone in primo luogo l’analisi del comparto agricolo, in continuità con quanto osservato nelle passate edizioni del Rapporto, in cui si è avuto modo di sottolineare come le politiche di welfare aziendale ed occupazionale risultino profondamente influenzate dalle dinamiche di sviluppo delle relazioni industriali a livello settoriale e locale.

Il caso del settore agricolo, in quest’ottica, ha confermato che le iniziative delle parti sociali volte a promuovere le misure di welfare non dipendono solo dalle peculiarità del comparto in cui operano i lavoratori destinatari delle misure, bensì anche dalle caratteristiche del sistema di relazioni industriali in cui sono promosse e dalla presenza di strumenti, quali gli enti e i fondi bilaterali, che svolgono un ruolo di centrale importanza in un numero sempre più ampio di settori.

Dalla mappatura delle soluzioni nazionali, emerge in primo luogo il ruolo centrale dei fondi contrattuali di previdenza complementare e di assistenza integrativa di settore, che garantiscono ai lavoratori prestazioni pensionistiche e sanitarie che integrano quelle già previste dal sistema pubblico. Le scelte negoziali adottate dalle parti a livello nazionale risultano decisive, in particolare, per garantire una copertura sempre più ampia dei fondi, in termini di numero di iscritti. Fra le prestazioni di welfare promosse a livello nazionale, vengono poi analizzate alcune misure di rilievo nell’ambito della formazione ed istruzione dei lavoratori, della conciliazione dei tempi di vita e lavoro e del trasporto collettivo.

L’approfondimento territoriale di questo settimo Rapporto analizza la diffusione del welfare aziendale nel territorio della Regione Puglia e le peculiarità proprie del settore agricolo di questo territorio, continuando nel solco delle ricerche condotte nei precedenti Rapporti, che hanno riguardato le province di Bergamo, Brescia, Cuneo, Modena, Reggio Emilia e Parma e Verona, nonché la regione Lazio.

Dopo aver ricostruito le dinamiche demografiche, produttive e del mercato del lavoro e ed evidenziato i principali bisogni di welfare del territorio, viene compiuta un’ampia analisi sulla contrattazione territoriale e sulla bilateralità del settore agricolo, volta a indagare le dinamiche di sviluppo delle principali soluzioni di welfare contrattuale e bilaterale, nonché le loro principali connessioni con i bisogni che emergono su scala locale.

Con tale obiettivo, sono stati innanzitutto mappati cinque contratti collettivi provinciali, relativi alle province di Taranto, Foggia, Brindisi, Lecce e Bari con Barletta-Andria-Trani, afferenti al sistema contrattuale promosso da Confagricoltura, Coldiretti e Confederazione italiana agricoltori e dalle principali federazioni sindacali del settore, al fine di individuare e studiare le principali prestazioni di welfare che tali contratti promuovono nel settore.

In quest’ottica, si osserva in primo luogo come in tutti i casi locali vengano introdotte misure relative al rimborso dei costi di trasporto sostenuti dai lavoratori per raggiungere i luoghi di lavoro. Ampiamente diffuse sono poi le misure di flessibilità organizzativa, che prestano specifica attenzione alle istanze conciliative dei lavoratori con figli (anche in ottica di parità di genere), nonché alle esigenze organizzative dei lavoratori stranieri, che costituiscono una parte importante della forza lavoro del settore.

Di particolare rilievo è poi il ruolo delle soluzioni promosse a sostegno delle esigenze formative e di istruzione dei lavoratori, con la destinazione di specifici monte ore per le esigenze di studio e formazione e la concessione di permessi ad hoc per esami e recuperi scolastici.

Il Welfare bilaterale

Quanto agli enti bilaterali, ampiamente radicati su tutto il territorio nel settore agricolo, questi svolgono una funzione centrale nell’area del sostegno al reddito, prevedendo un’ampia gamma di contributi e sussidi, che forniscono supporto economico ai lavoratori a fronte di situazioni di sospensione dal lavoro e a sostegno della genitorialità.

Infine, anche quest’anno, nel Rapporto viene effettuato un approfondimento tematico che nello specifico indaga le dinamiche di sviluppo delle soluzioni di welfare promosse, in diversi settori e territori, attraverso gli enti bilaterali pariteticamente costituiti dalle parti sociali nell’ambito dei vari sistemi di relazioni industriali. Si tratta del c.d. welfare bilaterale, che in alcune aree del mercato del lavoro rappresenta il canale principale attraverso il quale i lavoratori possono accedere a misure a sostegno dei principali bisogni di protezione sociale.

Si segnala ancora come le attività degli enti bilaterali, inizialmente focalizzate sulle prestazioni di sostegno al reddito in caso di disoccupazione, si siano estese, negli anni, ad aree meno “tradizionali” del welfare, andando a tutelare una serie di bisogni (di natura sociale e non), non riconducibili alle categorie più classiche delle prestazioni. Si rileva, in questi termini, la crescente funzione delle misure a sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori contro il rialzo dei prezzi dei beni energetici, così come dei contributi economici per mutui o affitti nonché per le spese legate a determinate procedure amministrative.

 

Giuseppe Rocco

Senior Expert – Prodotti Vita e Previdenza - Sales & Marketing Wealth Management & Protection Intesa Sanpaolo.
È stato membro dell'OPSG dell'Eiopa, l'Autorità di Vigilanza europea su assicurazioni e fondi pensione e insegna al Corso di Alta Formazione per Consiglieri Amministrazione dei fondi pensione e al Master HR in Relazioni Industriali e gestione delle risorse umane nel settore bancario e finanziario dell’ABI e e realizzati in collaborazione con ABIFormazione e UnitelmaSapienza.

Tiziana Lamberti

Executive Director Sales & Marketing Wealth Management & Protection Intesa Sanpaolo.
Dal 2018 in Intesa Sanpaolo, prima responsabile del programma di BancaAssicurazione, dal 2022 nell’attuale ruolo. Ha ricoperto incarichi nei settori commerciale, formazione, marketing strategico e di prodotto, comunicazione e digital media, occupandosi inoltre dello sviluppo di APP, di customer experience, di engagement dei clienti e di soluzioni digitali per le reti distributive