L'alfabetizzazione finanziaria degli italiani: i risultati dell'indagine della Banca d'Italia del 2020

23 dicembre 2020

Il lavoro analizza i risultati dell'Indagine sull'Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani, condotta dalla Banca d'Italia nel gennaio-febbraio 2020.

L'iniziativa fa parte di un esercizio OCSE, che ha definito un questionario armonizzato utilizzato da 26 paesi. Il campione italiano è costituito da 2.000 adulti. Seguendo la metodologia OCSE, l'indicatore di educazione finanziaria è la somma dei punteggi calcolati per tre aspetti: le conoscenze, i comportamenti e le attitudini.

L'indagine conferma la posizione di ritardo dell'Italia nel confronto internazionale, già rilevata nell'indagine del 2017, nonostante un miglioramento delle conoscenze finanziarie (e a fronte della sostanziale stabilità nei comportamenti e nelle attitudini).

L'alfabetizzazione differisce nella popolazione a seconda del livello di istruzione - la variabile più rilevante - del genere, dell’età e della localizzazione geografica degli intervistati.

L'alfabetizzazione finanziaria degli italiani: i risultati dell'indagine della Banca d'Italia del 2020

L'impatto del rischio azionario sul mercato dei titoli di Stato

23 dicembre 2020

Il lavoro contribuisce alla letteratura empirica sull'identificazione e la stima dei fattori di rischio che influenzano e permettono di prevedere l'andamento del mercato dei titoli di Stato.

In particolare, si valuta l'impatto nel breve termine del rischio di forti riduzioni dei corsi azionari sui prezzi e sulla domanda di titoli di Stato. Il rischio di forti riduzioni dei corsi azionari induce un aumento significativo dei prezzi dei titoli di Stato, che persiste nel mese successivo al manifestarsi del rischio.

Questa relazione è osservata sia nel mercato statunitense sia in alcuni dei principali mercati europei. Coerentemente con l'andamento osservato dei prezzi, all'aumentare del rischio azionario i flussi di investimento si spostano dal mercato azionario a quello dei titoli di Stato.

L'impatto del rischio azionario sul mercato dei titoli di Stato

Pension Policy in Europe and the United States. Towards a new Public-Private Pension Mix

16 aprile 2020

Il WP_199 del CeRP analizza le riforme pensionistiche realizzate su entrambe le sponde dell'Atlantico. Sia nell'Unione europea (UE) che negli Stati Uniti (USA) l’invecchiamento della popolazione e la bassa fertilità pongono sfide significative ai tradizionali sistemi pubblici pay-as-you-go (PAYG).
Inoltre, il ritmo delle riforme pensionistiche nella maggior parte dei paesi dell'UE è stato accelerato dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla successiva crisi del debito. I governi hanno agito adottando un mix di misure di breve termine e strutturali. Si è quindi accelerata la transizione verso la creazione e/o il mantenimento di sistemi pensionistici misti in cui le pensioni private svolgono un ruolo sempre più significativo accanto alle pensioni pubbliche.
Il WP si concentra sui paesi dell'UE-15 che descrivono bene questa transizione. Si fornisce innanzitutto una panoramica teorica dei sistemi pensionistici in generale prima di illustrare lo sviluppo e le tendenze principali dei sistemi e delle politiche pensionistici pubblici in Europa e negli Stati Uniti.
I paesi che non dispongono già di un settore pensionistico privato ben sviluppato possono trarre benefici attuando politiche e cambiamenti strutturali che favoriscono lo sviluppo di un settore pensionistico privato.
Al contrario, i paesi che dispongono già di un sistema misto strutturato, devono garantire che tali sistemi continuino a rimanere sostenibili fornendo al contempo prestazioni adeguate.
Il documento si conclude con una discussione sulle opzioni di politica pubblica intraprese al fine di migliorare la copertura e i contributi, garantire la partecipazione attiva e la portabilità e gestire con successo i rischi in termini di benefici.

Pension Policy in Europe and the United States. Towards a new Public-Private Pension Mix

Un'analisi dei premi per il rischio di credito sovrano nell'area dell'euro: sono influenzati da fattori locali o globali?

18 marzo 2020

Il WP 1271 pubblicato nella collana dei Temi di discussione della Banca d’Italia studia l'andamento dei CDS sovrani di alcuni paesi dell'area dell'euro, scomponendoli in probabilità oggettiva di insolvenza e premio per il rischio; inoltre si analizza la relazione di queste due componenti con alcune grandezze macroeconomiche e finanziarie. Si sfrutta infine la differenza tra il valore di CDS stipulati con diverse condizioni contrattuali (cd. "base ISDA") per determinare il rischio che il titolo di Stato possa essere ridenominato in una valuta differente. I prezzi dei CDS sovrani mostrano un elevato contributo del premio per il rischio e dipendono principalmente da variabili finanziarie (in particolare, le quotazioni azionarie delle aziende di credito). Tra maggio e novembre 2018 il premio per il rischio di ridenominazione dei titoli di Stato italiani è circa il doppio della corrispondente probabilità oggettiva; rispetto ad altri paesi dell'area dell'euro, nei periodi di tensione il contributo del rischio di ridenominazione al rischio di insolvenza è maggiore.

An analysis of sovereign credit risk premia in the euro area: are they explained by local or global factors?

The climate risk for finance in Italy

12 febbraio 2020

Il lavoro (Quaderni di Economia e Finanza della Banca d’Italia n.545) si sofferma sulla crescente attenzione alle possibili conseguenze dei cambiamenti climatici per il settore finanziario. Tale tendenza ha rafforzato la cooperazione internazionale in materia di finanza verde, con iniziative sia dell'industria sia delle istituzioni. Indagini internazionali mostrano che finora non c'è stata una crescita adeguata nella consapevolezza dei rischi legati ai cambiamenti climatici e delle opportunità fornite dalla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

Le evidenze acquisite per l'Italia sulla consapevolezza del rischio finanziario correlato al clima (Climate-Related Financial Risk - CRFR) confermano queste conclusioni.

Per incoraggiare gli istituti finanziari a considerare il CRFR nelle loro strategie sono state identificate tre attività:

1) creare un hub di raccolta informazioni;

2) compilare un elenco delle informazioni mancanti;

3) definire metodologie standard per predisporre scenari climatici da integrare nei processi decisionali.

The climate risk for finance in Italy