Eiopa: 2019 Iorp pensions stress test report
Gli stress test evidenziano alcune criticità nei margini si solvibilità dei Fp a prestazione definita. Tale difficoltà è acuita dal fatto che la prova è stata svolta sui dati di fine 2018, un periodo contraddistinto da particolari turbolenze sui mercati finanziari.
Dai risultati emerge un eccesso delle passività rispetto alle attività pari a 180 miliardi di Euro secondo i dati contabili nazionali e a 2016 miliardi di Euro applicando la metodologia Eiopa.
Per quanto riguarda i Fp a contribuzione definita, fortemente influenzati dalle evidenze degli schemi pensionistici italiani, lo stress test ha prodotto una perdita nel valore delle attività del 17%, pari a 16 miliardi di Euro. Dallo stress test esce confermata l’assunzione che dalle scelte d’investimento dei Fp derivano effetti anticiclici che hanno come conseguenza quella di attenuare gli shock dei mercati. Per quanto riguarda gli investimenti Esg ne esce un quadro frammentato, che vede la coesistenza di realtà più avanzate, anche per effetto di masse in gestione più consistenti e situazione di minore attenzione ai profili della sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti.
Nel presentare i risultati, Eiopa chiarisce che la frequenza degli stress test si allunga, passando da due a tre anni, per cui il prossimo esercizio non si svolgerà più nel 2021 bensì nel 2022; Francoforte punta a sfruttare il maggiore tempo disponibile per rivisitare la metodologia degli stress test e per cercare di rafforzare l’approccio orizzontale della prova, ampliando gli ambiti comuni tra realtà a prestazione definita e a contribuzione definita. Per la prima volta nel rapporto sono elencati i Fp che sono stati sottoposti alla prova.
Eiopa: Consumer Trends Report 2019
Per quanto attiene alle pensioni, Eiopa sottolinea che l'aspettativa di vita in aumento rischia di mettere a dura prova la fase di decumulo. Per affrontare questo problema, gli operatori stanno mettendo in campo soluzioni innovative come ad esempio il prolungamento della fase di accumulo. Inoltre, è essenziale una comunicazione efficace e chiara con gli aderenti affinché siano pienamente consapevoli sia delle caratteristiche del prodotto, sia della loro situazione pensionistica.
Regolamento 2019/2088
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento Ue 2019/2088 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari. Il regolamento prevede nuovi obblighi di trasparenza riguardo ai rischi di sostenibilità degli investimenti dei partecipanti ai mercati finanziari.
Gli Enti Pensionistici Aziendali e Professionali, gli istitutori di un Prodotto pensionistico di cui al Regolamento UE 1286/2014 [art. 2, l. e), g)] e gli istitutori di Pepp rientrano in tale categoria e sono quindi soggetti al regolamento.
Il Regolamento è entrato in vigore il 30 dicembre 2019 e si applicherà a partire dal 10 marzo 2021, ad eccezione di alcune previsioni per le quali l’applicazione slitterà al 1° gennaio 2022.
Commissione UE: EU Green Deal
Il primo atto formale della nuova Commissione UE è stato il lancio del progetto Green Deal per punta a fare della Ue il primo blocco socio-politico-economico e finanziario del mondo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il progetto si articola in una serie di progetti che invadono tutte le sfere dell’economia e della finanza. Di maggiore rilievo per i Fp vanno segnalate le iniziative che puntano a integrare la sostenibilità ambientale in tutte le politiche della UE. Da segnalare in tal senso le iniziative che la Commissione UE assumerà nell’autunno del 2020 per ridisegnare la strategia sulla finanza sostenibile.
Nel contesto del Green Deal si inquadra l’avvio del processo di revisione della direttiva 2014/95/UE relativa alle comunicazioni di carattere non finanziario che assoggetta le aziende di maggiori dimensioni al alcuni obblighi di trasparenza in materia sociale. Una maggiore trasparenza delle imprese sui profili sociali e ambientali della loro azione rappresenta un tassello fondamentale per favorire l’afflusso di capitali verso i settori economici più sostenibili. La consultazione scadrà il prossimo 14 maggio 2020.
Capital Market Union
Il Consiglio Ue ha adottato le conclusioni sull'approfondimento del progetto CMU lanciato nel 2015 con il quale Bruxelles ha provato a rafforzare l’integrazione dei mercati dei capitali privati al fine di mobilitare ulteriori risorse per gli operatori economici. Nel fare un bilancio di quanto fatto dal lancio del progetto, si sottolinea come la gran parte delle attività previste siano state ultimate. Ostacoli normativi e di altro tipo continuano tuttavia a impedire che nel settore finanziario la circolazione dei capitali e l'accesso a prodotti e servizi finanziari avvengano in modo fluido. Per tale motivo il Consiglio Ue ritiene essenziale proseguire sulla via intrapresa e approfondire ulteriormente il progetto della CMU.
I nuovi obiettivi fissati da Bruxelles sono i seguenti:
1) facilitare l’accesso al mercato dei capitali da parte delle imprese, soprattutto PMI,
2) rimozione degli ostacoli all’aumento dei flussi di capitale transfrontalieri,
3) favore l’investimento “consapevole” dei risparmiatori,
4) transizione verso un'economia sostenibile,
5) sviluppo della tecnologia digitale nel settore finanziario,
6) rafforzamento della competitività.
La Commissione UE è ora delegata a valutare e definire le misure atte a tradurre tali obiettivi nella pratica.